Gentilissimi,
Ho letto del servizio di supporto psicologico che offrite in questo periodo e vorrei chiedere il vostro aiuto per affrontare un pensiero ricorrente che mi assale.
Sono un’insegnante di scuola dell’infanzia e quello che mi spaventa di più è il rientro dopo questa quarantena. Ho paura di dover educare di nuovo dei bambini difficoltosi che ho nella mia sezione, che all’inizio dell’anno scolastico scappavano dall’aula o si rifiutavano di rispettare le regole e che gradualmente eravamo riuscite ad educare.
So che al momento i loro genitori non accolgono le attività che noi proponiamo e temo che stiano rinforzando i comportamenti oppositivi, vanificando tutti gli sforzi fatti da noi in classe.
Mi rendo conto che alcune di queste mie paure sono irrazionali, probabilmente ciò che temo non si realizzerà mai, ma vi chiedo gentilmente strategie per superare i miei timori e rafforzare l’autostima, imparando a gestire in modo equilibrato la necessità di controllo della classe.
Grazie per il vostro lavoro,
Patrizia
Cara Patrizia,
comprendiamo la sua preoccupazione e, leggendo le sue parole, ci sentiamo di dirle che i suoi alunni sono fortunati ad avere un’insegnante che li tiene nella mente e nel cuore. É reale che spesso a voi insegnanti spetta il ruolo di educare, al di là del valore pedagogico, e di far rispettare le regole ai bambini. Purtroppo in questo periodo anche per loro la quotidianità è stata stravolta e la routine è divenuta meno strutturata e sequenziale. Probabilmente mantenere un dialogo attivo con le famiglie, in questo momento difficile, può aiutare a rinforzare quell’alleanza indispensabile tra le agenzie educative scuola-famiglia, che fa da base per costruire poi nuovi contenuti. Siamo certi che il lavoro fin qui svolto non andrà vanificato ed essendovi un buon aggancio relazionale in precedenza con i bambini è su questo che si potrà puntare, alla fine di questo periodo, per ripartire. Se riesce ritorni con la mente ai bei momenti condivisi con i bambini a scuola, agli obiettivi raggiunti, anche cooperando con le famiglie, ciò può aiutarla a fissare le sensazioni positive legate a quei momenti e a recuperare una parte della forza che l’ha guidata nel suo lavoro fin qui. L’esperienza dell’isolamento, di per sè, tende a svuotare di senso i vissuti di ciascuno, dipendendo anche da uno stato emotivo probabilmente di sconforto, legato al momento. É importante fare in modo che non diventi dilagante, annullando anche quanto di buono costruito in precedenza. Se riesce prepari del materiale semplice, da mandare alle famiglie, come ad esempio un decalogo di regole semplici nella quotidianità, magari illustrate, o con disegni che il bambino potrà colorare, insieme ai genitori. Può preparare dei video brevi, evocativi, da inviare ai genitori, affinché li mostrino ai bambini, in cui richiama alla mente scene condivise insieme a scuola, rimarcando una regola per volta, come ad esempio aspettare il proprio turno, lavorare sull’attesa, sulla frustrazione del no, facendo degli esempi su come lavorarci semplicemente in casa. In questo momento, a maggior ragione, è fondamentale avere fiducia, nel lavoro fin qui svolto, tutto quello che lei ha seminato quando eravate a scuola, e che germoglierà sicuramente; nelle famiglie, che saranno per certi aspetti la vostra longa manus, seppur in modo diverso e, non ultimo, nei bambini, che tengono memoria e fanno tesoro degli insegnamenti e delle relazioni importanti più di quanto noi adulti immaginiamo. Al contrario la strategia del controllo in questo momento ci mette in scacco, perchè non lo si può esercitare in nessun modo, se non rinforzando una convinzione positiva sul buon lavoro svolto e tenendo questo filo dialogico con le famiglie; per fare ciò bisogna allearsi in primis con se stessi.
Pensiamo che potrebbe esserle utile consultare il nostro sito e in particolare il progetto “Lontani ma vicini” li potrà trovare informazioni utili anche rispetto alla gestione di ansia e stress.
Un caro saluto!